Nate 140 anni fa per offrire un pasto caldo alle persone meno abbienti, fin dagli anni Ottanta le Cucine Economiche Popolari hanno sentito l’esigenza di fornire ai loro ospiti altri servizi, che da allora si sono arricchiti fino a trasformare quella mensa in un prendersi cura totale della persona. In questo contesto, anche le statistiche perdono la loro abituale freddezza: 56.886 pasti, 2.083 prestazioni mediche, 2.696 docce, 867 cambi del vestiario e 178 coperte distribuiti alle 2.573 persone di 82 diversi paesi che si sono rivolte alle Cep nel 2021. Il rapporto risponde alla necessità di definire in modo più preciso i bisogni degli ospiti, così come il tesserino con un codice a barre che viene consegnato loro. A queste esigenze, risponde infatti un sistema complesso di dipendenti e volontari.
Lo scorso anno le Cucine non si sono mai fermate, nonostante le restrizioni e i contagi, perché il servizio che forniscono è stato considerato essenziale per la comunità. Mensilmente si sono rivolte alle Cep una media di 700 persone, con una tendenza a crescere, senza però tornare ai livelli pre Covid, per diversi fattori, come le restrizioni dovute alla pandemia, la carenza di lavoro, che ha indotto molte persone a tornare nel loro paese di origine, il reddito di cittadinanza e l’assegnazione di alloggi Erp, il moltiplicarsi delle iniziative a sostegno dei più fragili.
Il servizio più utilizzato rimane la mensa, della quale hanno usufruito 1.955 persone su 2.573, attivo da lunedì a sabato dalle 11.30 alle 13.30 per il pranzo e dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19 per la cena (orario molto meno frequentato). Il servizio si regge su un centinaio di volontari che si alternano per la distribuzione dei pasti e il servizio in sala, altri otto per il recupero dei prodotti freschi e sette operatori che gestiscono l’ingresso, la cassa, le registrazioni, la preparazione delle pietanze e alla pulizia.
Negli anni Ottanta è stato attivato il servizio medico, su prenotazione, che dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 11, garantisce assistenza anche a chi non ha accesso al servizio sanitario nazionale per motivi burocratici o di disagio sociale. Vi si alternano 14 medici, tutti volontari, sette infermieri e due farmacisti. Nel 2021 sono state effettuate 1.526 visite mediche e 557 prestazioni infermieristiche a 596 persone.
Importante per la cura della persona e quindi per mantenere la proprio dignità è il servizio docce, aperto da lunedì a venerdì dalle 8 alle 10.30, con un contributo di 0,60 euro, dove è possibile anche farsi la barba e tagliarsi i capelli. L’accesso, i tempi, la presenza del materiale necessario e la pulizia dei locali sono regolati da due operatori. Una volta alla settimana è possibile anche lavare i propri vestiti. Il servizio è gratuito, va prenotato e gli indumenti vanno consegnati a un operatore che li mette in lavatrice, li asciuga e li imbusta prima di riconsegnarli. Su prenotazione è attivo anche, lunedì, martedì e venerdì dalle 9 alle 10.30, il servizio guardaroba, con la distribuzione di abiti, scarpe e accessori che provengono dalla generosità delle persone o delle aziende del territorio e vengono raccolti nuovi o in buono stato. Chi vi accede può scegliere in base al proprio gusto e alle proprie esigenze, consigliato da un’operatrice. Dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19 vengono distribuite anche coperte.
Col tempo Cucine Popolari hanno attivato anche altri servizi utili, al di là della cura della persona, come il fermo posta per i senza dimora e lo sportello legale, gestito autonomamente dai volontari di Avvocato di Strada. Per quanti si trovano in difficoltà di fronte a tutta una serie di problemi pratici come le incombenze burocratiche, la digitalizzazione del welfare nell’accesso ai servizi o l’attivazione di identità digitale è stato attivato il servizio di orientamento e da giugno, in collaborazione con Cisl, uno sportello per l’orientamento al lavoro, una volta a settimana su prenotazione.