Gli studenti dell’istituto Alberti di Abano in servizio alle Cucine popolari. Un luogo che sa insegnare a sorridere e a guardare oltre i pregiudizi
Lo vedi dalla luce che hanno negli occhi che stanno facendo qualcosa di importante, per gli altri e per sé stesse. Con impegno, passione e allegria. Una mattina alle Cucine economiche popolari per cinque ragazze dell’istituto Alberti di Abano Terme. È il quinto e ultimo giorno di servizio nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e per l\’orientamento (Pcto, ex alternanza scuola lavoro) organizzato insieme alla Fondazione Nervo Pasini. La prima fase, propedeutica, si è svolta a cavallo tra maggio e giugno con cinque incontri, ai quali i 44 ragazzi del progetto hanno partecipato tutti insieme su temi come la sicurezza sul lavoro, la realtà delle associazioni e delle fondazioni, la storia della stessa Fondazione Nervo Pasini, il linguaggio dei media e infine una testimonianza sul popolo saharawi del Sahara Occidentale. Poi si sono divisi in gruppi di sei o sette per il servizio pratico. La giornata comincia alle 10 con un laboratorio, diverso ogni giorno della settimana, come quello organizzato dall\’associazione Tetris in cui si parla di cittadinanza attiva. Interpellate, le ragazze si mettono in gioco, difendono le loro opinioni, si confrontano, ognuna a modo proprio: audaci, introverse, ponderate o impulsive. Poi arriva il momento di scendere in sala, si indossano i grembiuli, le cuffiette, gli occhiali, i guanti. E pronte agli sportelli. Ma cosa rimarrà a queste ragazze, più o meno diciottenni, di questa esperienza? «Mi rimarranno tutti i sorrisi che ricevo la mattina – risponde Martina – Le persone che mi riconoscono e vedono in me un’amica. Ero preoccupata perché mi avevano detto che è un ambiente difficile, invece mi sono divertita. Sono nati anche dei rapporti di amicizia tra noi. Questa esperienza arricchisce veramente tanto e sono felice di averla fatta». Silvia racconta che un ragazzo le ha detto “grazie, perché mi tratti bene e mi dai serenità”: «Le persone che vengono qui e ti sorridono mi hanno insegnato quanto sia sbagliato avere dei pregiudizi, pretendere, prendersela per delle sciocchezze». Nicole ha riflettuto nel vedere «queste persone che hanno tanto meno di noi e, nonostante questo, non perdono la gioia di vivere. Dimostra che non si può giudicare una persona prima di averla conosciuta. È un bagaglio che mi porterò dietro e un’esperienza che tutti dovrebbero fare». «Sì – conferma Maja – hanno sempre il sorriso. Mi ha reso felice vedere uno degli ospiti che mi ha riconosciuta, salutata e ha voluto scambiare qualche parola con me. Ho imparato molto anche della mia vita e non darò più per scontate tante cose, come facevo prima». Lo stile delle Cucine popolari del resto, come ripete spesso la direttrice suor Albina Zandonà, è basato proprio sulla gentilezza. «Sono tutti molto gentili e accoglienti con noi – conclude Denisa – anche i dipendenti e i volontari. Qualcuno degli ospiti si stupisce nel vedere la varietà di primi e di secondi e a volte non sanno cosa scegliere. Ed è bello poter offrire una scelta a persone che di scelte, nella loro vita, ne hanno poche». Sentendole parlare, appare chiara una cosa: queste ragazze hanno avuto una grande opportunità e ne sono consapevoli.
Madina Fabretto