Care Cucine Economiche Popolari,
Desidero rivolgervi il mio più sincero ringraziamento per l’opportunità di collaborare con voi come medico volontario. Dopo quasi un anno di frequentazioni, purtroppo è giunto il momento di salutarci: sono entrato in specializzazione all’Albert Einstein College of Medicine di New York.
Il mio percorso accademico e clinico è stato finora abbastanza singolare, partendo dalla ricerca oncologica in America, passando per la medicina penitenziaria, per il “migliore ospedale al mondo”, per il pronto soccorso e arrivando infine a New York. Benché vita brevis, ars longa, in questi anni, ma soprattutto con voi posso dire di aver imparato qualche lezione sulla medicina. La prima è che per fare della medicina di qualità non servono né tecnologie avanzate, né grandi risorse, né l’ultima frontiera della ricerca, ma competenza e attenzione ai particolari (certo, il resto, ovviamente, aiuta). La seconda è che non si sarà mai buoni medici se non si sapranno intercettare i bisogni delle persone prima che questi diventino malattie.
Durante il mio tempo trascorso presso le Cucine, ho infatti potuto osservare con ammirazione il vostro impegno costante nel fornire cibo e sostegno a tutto tondo a coloro che ne hanno bisogno: dai vestiti alla burocrazia e alla salute. Potrebbe sembrare poco, ma, al contrario, quando lavoravo come medico del carcere (ma anche in pronto soccorso), la cosa che mi colpiva di più della maggioranza dei detenuti (quelli piccoli, per capirsi) era come in molti casi il triste epilogo nascondesse storie di abbandono. Queste storie sarebbero state probabilmente molto diverse, se solo ci fosse stato un punto di riferimento. Non era infatti raro, specie durante i mesi invernali, vedere persone senza fissa dimora (e spesso senza cittadinanza), farsi arrestare solo per avere accesso ai bisogni essenziali, tra cui molte volte la salute. Quindi, benché qualcuno cantasse “Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”, lunga vita alle Cucine!
Nel mio settore in particolare, è stato un privilegio poter lavorare a fianco dell’infermiere Lucio, una vecchia volpe, che come tutti gli infermieri di lunga data “ne sa una più del diavolo” e del Professor Realdi, medico di grande levatura ed esperienza, che seppur in pensione, continua ad aiutare i pazienti più bisognosi e ad attrarre i più giovani con le sue lezioni di medicina. Sono grato per l’accoglienza calorosa e l’atmosfera di collaborazione che ho trovato tra voi. Lavorare al vostro fianco mi ha arricchito personalmente e professionalmente, insegnandomi preziose lezioni sull’importanza della solidarietà e della generosità. La vostra dedizione e la vostra compassione sono veramente ispiratrici e hanno un impatto tangibile sulle vite di tante persone.
Per concludere, voglio esprimere la mia profonda stima per il vostro lavoro e il vostro impegno incessante nel promuovere il benessere della comunità. Vi sono grato per l’esperienza preziosa che ho avuto e resto a disposizione per supportare la vostra causa in qualsiasi modo possibile nel futuro. Per il momento, applicherò i vostri insegnamenti nella mia carriera da medico del Bronx.
Con affetto,
Dr. Valentino Clemente