”Segni di speranza” è il titolo del Bilancio sociale 2024 delle Cucine economiche popolari di Padova. «È una speranza concreta, fatta di storie, di attività e iniziative realizzate insieme, lavorando con altri e collaborando» scrive il presidente della Fondazione Nervo Pasini, don Luca Facco, nella lettera di presentazione. «Molte sono le difficoltà e le sfide che quotidianamente ci troviamo ad affrontare – prosegue – dall’aumento delle tante e diverse forme di povertà, alla convivenza e all’integrazione di persone immigrate, dal disagio diffuso all’ingiustizia sociale. Se le guardiamo e le affrontiamo da soli, ci sembra un’impresa impossibile; invece, insieme, anche le sfide più grandi diventano possibili. La speranza si alimenta nella collaborazione e la collaborazione genera speranza». In particolare il presidente della Fondazione Nervo Pasini vede quattro sfide su cui le Cucine economiche popolari si stanno confrontando: «la conoscenza e l’accompagnamento personale degli ospiti, l’impatto delle Cucine all’interno della città, la sostenibilità ordinaria, le Cucine del futuro».
Il Bilancio sociale si sviluppa in vari capitoli che raccontano attraverso numeri ed esperienze l’accoglienza agli ospiti, le attività svolte, la raccolta fondi, l’impatto sociale, oltre naturalmente al conto economico. Il tutto riferito anche agli Obiettivi dell’Agenda 2030 rispetto ai quali le Cucine si trovano protagoniste: Obiettivo 1 (Sconfiggere la povertà); Obiettivo 2 (Sconfiggere la fame); Obiettivo 3 (Salute e benessere); Obiettivo 4 (Istruzione di qualità); Obiettivo 6 (Acqua pulita e servizi igienico-sanitari); Obiettivo 10 (Ridurre le disuguaglianze); Obiettivo 11 (Città e comunità sostenibili); Obiettivo 12 (Consumo e produzione responsabile).
I servizi alla persona erogati dalle Cucine economiche popolari rientrano in quattro tipologie: la mensa, il servizio sanitario (cure di base e prevenzione per le persone senza accesso al Servizio sanitario nazionale), quello relativo all’igiene personale, orientato a salvaguardare la dignità e il benessere della persona (docce, vestiario, lavaggio indumenti, coperte), e quello di ascolto e orientamento (segretariato sociale, fermoposta, ricariche cellulari).
Scorrendo i numeri si evidenzia un incremento – anche nel 2024 – dell’utenza, che registra un +4% di persone che si sono rivolte alle CEP, per un totale di 3.539 utenti, di 89 diverse nazionalità, con un 37% di nuove presenze. Nel panorama delle nazionalità gli italiani, che rappresentano l’11% degli ospiti, sono i frequentatori più assidui. Utilizzano i servizi delle CEP soprattutto uomini (81%) con un’età media di 44 anni a fronte del 19% di donne, con un’età media di 51 anni.
Per quanto riguarda le provenienze (89 nazionalità): quella più rappresentata (18%) è il Marocco, a seguire la Nigeria (12%), quindi l’Italia (11%), la Romania (10%) e la Tunisia (9%).
Il 70,5% degli ospiti è rappresentato da persone disoccupate. Solo un 14,4% dichiara un’occupazione; oltre la metà (56,1%) sono persone senza dimora.
Per quanto riguarda l’erogazione di servizi alla persona, nel 2024 sono stati distribuiti 85.880 pasti (+11% rispetto al 2023) a 2.683 diversi utenti; 2.552 sono state invece le prestazioni sanitarie erogate a 683 persone, in collaborazione con l’Ulss 6 Euganea e la rete degli ambulatori ETS. E ancora 4.906 le docce effettuate, 1.389 i lavaggi di vestiti; 1.357 i cambi di vestiario distribuiti e 378 le coperte fornite nei mesi invernali. Accanto a questi servizi essenziali le Cucine offrono il servizio di fermoposta (214 lettere), la possibilità della ricarica del cellulare (9.552 ricariche batteria) e il servizio di segretariato sociale con 975 colloqui effettuati. Tutti servizi che hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente, tranne le prestazioni sanitarie e il segretariato sociale, che sono leggermente diminuiti in termini numerici.
Ma le CEP non si limitano a rispondere ai bisogni primari delle persone più fragili e vulnerabili, parte dell’attività è infatti dedicata a iniziative educative con le scuole e i giovani: dai PCTO (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) ai tirocini universitari, dai laboratori per le scuole primarie alle testimonianze nelle scuole superiori. Il Bilancio sociale ripercorre le diverse proposte educative e il relativo impatto sociale che si traduce nella possibilità di avere una maggiore comprensione della realtà della povertà, nel valore dell’incontro, del dialogo, del rapporto umano, uscendo da pregiudizi, stigma sociali, luoghi comuni.
Nell’ambito delle attività educative s’inseriscono anche una serie di proposte che riguardano la sensibilizzazione della cittadinanza (es. percorsi esperienziali, volontariato formativo d’impresa, occasioni di incontro e dialogo…), i percorsi di inclusione e recupero sociale per le persone più disagiate (Attività riparative, Sostegno all’inserimento lavorativo; Assegno di inclusione, Reddito di inclusione attiva).
Scorrendo le pagine del Bilancio sociale si trovano quest’anno alcune novità. In particolare sono stati introdotti dei “focus di approfondimento” su alcuni specifici aspetti, che diventano l’occasione per conoscere meglio la forza sociale che rappresenta la realtà delle Cucine: la rete di collaborazioni attivate; l’orientamento al lavoro; la sostenibilità ambientale; l’impatto sociale delle attività educative; il valore restituito alla comunità; l’accoglienza spirituale alle CEP che nell’anno in corso si traduce anche in esperienza giubilare; il valore generativo del volontariato; il programma “Azienda Amica”; il legame con la Diocesi di Padova.
Tra le novità anche il racconto di quattro diverse storie che evidenziano la possibilità e la forza di ripartire, grazie all’ascolto, al sostegno e anche all’orientamento trovato alle Cucine di Padova: c’è il racconto del padovano Ettore, che grazie alla frequentazione delle Cucine trova la forza di ripartire dopo la malattia, il lutto e la perdita della casa. C’è quello del senegalese Kebe, che vive una reale trasformazione dopo aver attraversato anche l’esperienza della detenzione. E ancora Alberto, con radici nel sud Italia, che dopo anni di dormitorio ha trovato un nuovo equilibrio in un alloggio popolare; e infine Giulio che grazie alle Cucine è riuscito ha superato delle importanti fatiche relazionali.
Osservando il conto economico 2024, le CEP vedono un incremento di circa 285mila euro nei costi rispetto all’anno precedente, ma registrano eccezionalmente un attivo di 56 mila euro grazie, che trova risposte sicuramente nell’incremento di offerte, donazioni, proventi dalle attività proprie e da una maggiore strutturazione della raccolta fondi (che da sola ha reso circa 92mila euro). Ma rimane fondamentale per la sopravvivenza delle CEP il sostegno della Diocesi di Padova che destina a quest’opera ogni anno 250mila euro dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica per le opere di carità.
A completare il quadro anche quest’anno il Bilancio sociale sottolinea il valore sociale restituito alla comunità nel 2024, pari a € 1.670.603 (circa centomila euro in più del 2023): si tratta del calcolo del valore economico che i servizi prestati dalle Cucine sarebbero costati alle persone in difficoltà che ne hanno usufruito, basandosi sui prezzi di mercato. A questo si aggiunge il “valore generativo” del volontariato: nel 2024 sono stati 202 i volontari che hanno dedicato tempo e servizio alle Cucine economiche popolari, per un contributo economico stimabile in € 368.160, calcolato sulla base del numero di ore di servizio e del costo orario di 20 euro.
«Oltre all’impatto individuale, il volontariato alle CEP – si legge nel Bilancio sociale – rappresenta una risorsa fondamentale per la comunità. Le Cucine sono un crocevia di solidarietà e integrazione, un punto di riferimento per la città di Padova dove le persone in difficoltà possono trovare non solo un pasto caldo, ma anche ascolto, dignità e relazioni autentiche».
E tra i valori aggiunti del volontariato, oltre all’indiretto contributo economico, si evidenziano: la costruzione di legami sociali; il rafforzamento della coesione sociale grazie a una mentalità più inclusiva; il cambiamento culturale.
«Il volontariato alle CEP non è quindi solo una risorsa operativa. È un’opportunità di crescita, di scoperta e di cambiamento, che arricchisce non solo chi è accolto, ma anche chi accoglie».
Il Bilancio sociale si può scaricare all’indirizzo: https://fondazionenervopasini.it/cucine-economiche-popolari/bilancio-sociale/
(fonte: Ufficio stampa Diocesi di Padova)