Il valore condiviso del fare insieme: Confartigianato e le imprese che scelgono le Cep

Alle Cucine Economiche Popolari arrivano persone molto diverse: studenti, pensionati, volontari, operatori, ma anche gruppi di dipendenti di aziende e istituzioni. Ognuno porta con sé un frammento di vita e un bagaglio di esperienze. In questo incontro tra mondi nasce il volontariato formativo d’impresa, un progetto che negli ultimi anni ha unito il mondo del lavoro con quello del terzo settore, creando un ponte tra produttività e solidarietà, tra organizzazione e comunità.

Il volontariato formativo d’impresa è una giornata che intreccia formazione, servizio e riflessione. L’esperienza si apre con un momento di introduzione e confronto, per poi entrare nel vivo delle attività operative – dalla cucina alla distribuzione dei pasti, dall’accoglienza al riordino degli spazi. Servire, collaborare, dialogare, ascoltare: ogni gesto diventa parte di un percorso di crescita personale e professionale.

Per i partecipanti, si tratta di un esercizio di presenza che riporta al centro la dimensione relazionale del lavoro. In azienda si è abituati a tempi scanditi, obiettivi misurabili, ruoli definiti. Alle Cucine, invece, si impara a stare dentro l’imprevisto, a riconoscere i propri limiti, a collaborare in modo autentico. È una scuola di empatia e cooperazione, dove le soft skills – comunicazione, ascolto, gestione delle emozioni – trovano spazio per essere allenate concretamente.

Durante la fase introduttiva, uno dei temi che emergono con maggiore forza è quello della gestione del conflitto. Non si tratta di analizzare teorie o modelli, ma di allenarsi a riconoscere le differenze, ad accogliere i punti di vista, a trovare equilibrio dentro la complessità. In un contesto come quello delle Cucine, dove ogni giorno si incontrano storie e vissuti molto diversi, si impara che il conflitto non è necessariamente una frattura: può diventare un’occasione per conoscersi meglio, per collaborare con maggiore consapevolezza, per trasformare la tensione in dialogo.

Questa modalità di formazione, che unisce il fare e il riflettere, è diventata una palestra di umanità capace di parlare anche alle imprese. Chi partecipa scopre che la fragilità non è un ostacolo, ma un’occasione di consapevolezza. E che la competenza, per essere completa, deve saper integrare tecnica e sensibilità, efficienza e attenzione, produttività e cura.

Quando l’impresa incontra la comunità

Tra le realtà che negli ultimi mesi hanno scelto di partecipare c’è Confartigianato Padova, che ha coinvolto ventidue dipendenti in un percorso articolato in dieci giornate. I gruppi, composti da quattro o cinque persone alla volta, hanno vissuto due incontri ciascuno: il primo centrato sull’ascolto e la conoscenza, il secondo sull’approfondimento e il confronto.

La formula ha permesso di trasformare l’esperienza in un vero e proprio laboratorio di crescita collettiva. Molti dei partecipanti hanno raccontato di aver scoperto un modo diverso di lavorare insieme, fatto di attenzione reciproca e fiducia. Alcuni hanno riconosciuto, nella semplicità del servizio, un’energia nuova: quella che nasce quando si costruisce qualcosa insieme, non per obbligo ma per scelta.

Per Confartigianato, questa esperienza è diventata un’occasione per rileggere la propria missione in chiave sociale. Le piccole e medie imprese artigiane rappresentano un pilastro della comunità: generano lavoro, competenze e relazioni. Il volontariato formativo alle Cucine restituisce a questo mondo la dimensione più autentica dell’impresa: quella di essere luogo di crescita, di cittadinanza e di responsabilità condivisa.

Il progetto delle Cucine Economiche Popolari si inserisce infatti in una visione più ampia: costruire una cultura del lavoro che sappia coniugare produttività e solidarietà, competizione e cooperazione, impresa e comunità. Ogni gruppo aziendale che entra alle Cucine diventa parte di un percorso comune. Si condivide la fatica, si lavora fianco a fianco con operatori e volontari, si conoscono le persone che ogni giorno si rivolgono alla mensa. Si capisce che dietro ogni piatto servito c’è una storia, e che ogni storia rimanda a un frammento di società che chiede ascolto.

È in questa prossimità reale che il mondo del lavoro riscopre la sua dimensione civica. Partecipare al volontariato formativo d’impresa significa guardare da vicino i meccanismi dell’esclusione, ma anche le possibilità della rinascita. È un modo per educarsi alla complessità, per comprendere che il benessere collettivo dipende dal contributo di tutti.

Negli ultimi mesi, anche Miriade e Ard Raccanello hanno scelto di vivere questa esperienza, programmando le proprie giornate di attività alle Cucine. Ogni azienda lo fa con motivazioni differenti – formazione, welfare aziendale, responsabilità sociale – ma tutte riconoscono un ritorno comune: l’arricchimento umano.

Un invito a mettersi in gioco

Il volontariato formativo d’impresa è un percorso di reciprocità. Le aziende offrono tempo e partecipazione, mentre le Cucine restituiscono consapevolezza, senso e prospettiva. È un incontro che arricchisce entrambi e che genera valore anche per la città, perché ogni impresa che si apre al territorio contribuisce a costruire una comunità più coesa e solidale.

Alle Cucine Economiche Popolari, questo si vede ogni giorno: tra chi serve e chi viene servito, tra chi accompagna e chi è accompagnato, i ruoli si intrecciano e si confondono. È lì che nascono le domande più autentiche: che cosa significa lavorare insieme? Che cosa resta dopo una giornata di servizio?

Forse la risposta sta proprio nell’esperienza stessa: nella semplicità di un gesto condiviso, nel tempo donato, nel riconoscere che la solidarietà non è un dovere, ma un modo di guardare il mondo.
Oggi più che mai, le imprese hanno la possibilità di scegliere da che parte stare. Partecipare al volontariato formativo d’impresa significa scegliere di investire nel capitale più prezioso: le persone. E di farlo in un luogo che, da oltre un secolo, continua a insegnare che l’accoglienza è il primo passo della cittadinanza.

Le porte delle Cucine sono aperte.
A chi vuole conoscere, ascoltare, scoprire.
A chi crede che la formazione passi anche attraverso la solidarietà.
A chi vuole costruire, insieme, un futuro più giusto e umano.