Da badante a senza dimora: la storia di Maria

Maria non avrebbe mai pensato di finire per strada. Lei, che per vent’anni ha vissuto nelle case degli altri, accudendo anziani, preparando pasti, lavando pavimenti. Lei, che ha sempre avuto un letto, anche se non era mai il suo.

È arrivata in Italia dalla Romania con un contratto da badante, una promessa di stabilità e un bagaglio pieno di speranza. Per anni ha lavorato senza sosta, cambiando famiglia ogni volta che l’anziano che assisteva moriva o veniva ricoverato. Non aveva mai tempo per se stessa, mai un giorno libero, mai una vera casa. Ma aveva un obiettivo: mettere da parte abbastanza soldi per tornare un giorno nel suo paese e vivere di una piccola pensione.

Poi, un giorno, qualcosa si è spezzato. Forse quando l’ultima anziana di cui si occupava è morta e la famiglia le ha detto che non c’era più bisogno di lei. Forse quando, dopo anni di lavoro, si è resa conto di non aver versato abbastanza contributi né in Italia né in Romania per ottenere una pensione. O forse quando, per la prima volta, si è trovata senza un tetto sulla testa.

Ha provato a cercare un altro impiego, ma a sessant’anni nessuno voleva assumerla. Troppo vecchia per certi lavori, troppo giovane per la pensione. Si è spostata da una città all’altra, chiedendo aiuto a vecchie conoscenze, dormendo dove capitava. Poi è arrivata a Padova e qualcuno le ha parlato delle Cucine Economiche Popolari. “Vai lì,” le hanno detto. “Troverai almeno un pasto e un posto dove farti una doccia.”

Quando è entrata alle Cep per la prima volta, Maria si sentiva vuota. Non parlava con nessuno, mangiava in fretta e se ne andava. Ma col tempo qualcosa è cambiato. Un operatore ha iniziato a chiederle come stava, se avesse bisogno di aiuto per i documenti. Le hanno spiegato che esistevano percorsi di supporto per le donne in difficoltà. “Non mi ero mai vista come una persona bisognosa,” dice. “Ero solo una che aveva sempre lavorato.”

Ora Maria sta cercando di ricostruire un pezzo della sua vita. Ha iniziato un percorso per ottenere un sostegno economico e ha trovato un posto in una struttura di accoglienza. Non sa ancora cosa le riserverà il futuro, ma sa che non è più sola. “Per tutta la vita ho pensato solo a prendermi cura degli altri,” dice. “Ora, per la prima volta, sto imparando a farmi aiutare anch’io.”