Le Cucine Economiche Popoli hanno ospitato il campo di servizio del percorso ServiAmo.
ServiAmo è un percorso per rispondere alle domande che ci portiamo dentro, per aprirci alle povertà che ci circondano, per cominciare ad amare concretamente. Il percorso è proposto dalle suore Francescane Elisabettine e dai frati minori Conventuali. È rivolto ai giovani tra i 19 e i 30 anni.
Ecco alcune delle loro testimonianze.
Il campo “ServiAmo” è stato per me un viaggio alla scoperta dell’umanità, una esperienza per imparare ad entrare nell’umanità della persona sull’esempio del Buon Samaritano. Le preghiere, il tempo fraterno, i brani che ci hanno accompagnati in questo tempo e le attività svolte insieme mi hanno aiutata a vivere concretamente questo concetto di umanità. L’ho sperimentato nel servizio alle persone che mi erano sconosciute: lingua, cultura, paesi diversi. Ho compiuto gesti che cercavano di promuovere la dignità della persona perché ognuno è figlio di Dio: come chiamare per nome, sospendere il mio giudizio, guardare negli occhi in modo positivo, accogliere con un bel sorriso, perché potesse essere per l’altro un segno di speranza e balsamo alle sofferenze. Mi sono presa cura di queste persone con l’olio del buon Samaritano: per loro ho pregato, ho parlato con gentilezza, ho cercato col pensiero di mettermi al loro posto. Volevano essere azioni per dire loro: ti vedo, sei presente, esisti, sei importante. Alla fine posso dire che incontro l’umanità quando amo il prossimo come me stessa. (Haidy, novizia)
Ho avuto la possibilità di partecipare ad un campo di volontariato con altri giovani. […] La giornata era scandita dalla preghiera, dal servizio, dalla fraternità tra i membri del campo e della comunità, dalla condivisione e dalle attività davvero creative e formative curate dalle Cucine Economiche Popolari, come l’attività sul nome, il percorso sensoriale o la manipolazione di una pasta particolare che ci invitava a riflettere sulla gentilezza. Queste esperienze mi hanno aiutata a rafforzare quei valori che mi appartengono e che mi mettono in relazione con l’altro, come il guardarlo con gli occhi di Dio o il prendermi cura soprattutto di quelli che sono feriti nella loro umanità e rifiutati. I gesti concreti e creativi proposti mi hanno aiutata e accompagnata a passare dalle cose concrete a un pensiero spirituale. Ho sentito che è importante porre attenzione nel mettere i propri piedi nella terra sacra dell’altro, pensando alla sua storia prima di caricarlo di giudizi ed etichette che nascondono la verità della persona. Questa attenzione e apertura all’altro è una responsabilità che già era in me e che nel campo di volontariato mi ha scaldato il cuore e che spero continui sempre, nel quotidiano della vita; uno sguardo nuovo, accogliente verso l’altro che incontro per strada e che è diverso da me. (Marina, novizia)
Per me il campo “ServiAmo” è stata un’immersione profonda nella realtà e nella verità. Attraverso i tempi di formazione e l’esperienza di servizio che abbiamo fatto, ho potuto penetrare e toccare con mano la realtà della mia città e la fatica e la sofferenza di persone che ogni giorno vivono, lottano e sperano vicino agli stessi luoghi in cui io tranquillamente ho sempre vissuto, studiato e lavorato. Inoltre è stata un’occasione di immersione in me stessa, perché il servizio e il contatto con le persone fragili ha smosso le mie emozioni, mi ha fatto incontrare i miei limiti e ha toccato le profonde corde dell’empatia e della compassione, che mi hanno messo in contatto con gli altri. (Renata Carli)
Fare questo campo non è stato facile, facile è andare a bere una birra. Decidere invece, di spendere una settimana durante l’estate per andare alle Cucine Economiche Popolari un po’ meno. Ma forse è proprio utilizzare i “nostri” momenti per aiutare gli altri che ci permette di conoscere il mondo. Il campo è stato intenso. Mi ha permesso di sperimentare la gratuità: servire senza avere qualcosa in cambio, senza dover ricevere niente, ma anzi, alle volte arrabbiandosi perché non viene riconosciuto quello che stai donando. Ma cosa meglio di questo è la rappresentazione di un amore che trascende il nostro volere? Che va al di là dei nostri egoismi? […] (Federica Libralon)
È stata una esperienza bellissima e molto profonda! Interagendo con altre persone alle Cucine Economiche Popolari ho imparato ancora di più che in un ambiente dove si lavora insieme bisogna tollerarsi a vicenda anche nelle situazioni più impegnative e saper anche collaborare. Servire le persone mi ha invece insegnato che il sorriso è un linguaggio universale e che bisogna accogliere ogni persona con un volto sorridente per trasmettere un messaggio di empatia e speranza. La vita a volte è difficile per tutti e aiutarsi e capirsi a vicenda è la forma migliore di convivenza nella nostra società. (Klaus Sterkaj)
(testimonianze tratte da In Caritate Christi 2/2024)