Il volontariato formativo d’impresa delle CEP

Tra i progetti educativi attivati dalle Cucine Economiche Popolari, quello forse più innovativo è il Volontariato Formativo d’Impresa, ideato dal formatore Simone Tommasini, con suor Albina Zandonà, direttrice delle Cep. Innovativo al punto da essersi classificato terzo al Premio di eccellenza Formazione 2023, conferito dall’Associazione Italiana Formatori, la maggiore associazione di settore, che valuta i migliori progetti di tutta Italia.

In questo tipo di percorso formativo, affermatosi negli Stati Uniti negli anni ’90, un’impresa incoraggia i propri dipendenti a partecipare ad un’attività di volontariato, durante l’orario di lavoro. L’obiettivo dell’iniziativa ideata dalle Cucine e rivolta alle aziende del territorio è più ambizioso e si propone di sviluppare competenze trasversali, le cosiddette soft skills, che si differenziano da quelle tecnico-specialistiche, perché interessano diversi ambiti dell’esperienza di vita, e in particolare la comunicazione e la gestione del conflitto.

Nel 2023 sono state organizzate 22 giornate di Volontariato Formativo d’Impresa, a cui hanno aderito otto società per un totale di 85 dipendenti. I partecipanti sono stati accompagnati da un “facilitatore” attraverso quattro fasi: l’accoglienza e il briefing, per introdurli al tema specifico della giornata, la formazione vera e propria e il case study, in cui vengono illustrate situazioni specifiche e relative soluzioni, quindi il servizio di volontariato vero e proprio. In questa fase i partecipanti si uniscono ai dipendenti e ai volontari e svolgono l’attività di servizio. E alla fine è previsto un momento di riflessione su quanto è stato appreso e come utilizzarlo nei rispettivi contesti lavorativi. Al termine è stato distribuito un questionario per valutare l’esperienza vissuta. Il 79,5% l’ha giudicata molto positiva, il 19,3 abbastanza positiva e l’1,2% così così. «Questo percorso ribalta il concetto di assistenzialismo – osserva Tommasini – e la differenza tra la persona che aiuta e quella che viene aiutata. Dato che sono qui per potenziare le mie competenze comunicative, l’altro, quindi l’ospite, non è più un oggetto passivo, ma una fonte di apprendimento e di ricchezza. E’ una persona che, nonostante il momento di difficoltà, riesce a dare qualcosa di molto importante. E questo è evidente anche dalle risposte ai questionari».

Per maggiori informazioni consulta il nostro sito cliccando qui