Immigrazione e povertà: uno sguardo che ci riguarda da vicino

Parlare di immigrazione in Italia oggi significa parlare anche di povertà, disuguaglianze, diritti negati. E significa, per noi delle Cucine Economiche Popolari, raccontare il contesto in cui ogni giorno operiamo. Per questo abbiamo seguito con attenzione la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2024 curato da IDOS e, nei mesi scorsi, anche quella del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.

Due strumenti preziosi per leggere in profondità un fenomeno che troppo spesso viene ridotto a slogan, ma che invece attraversa la nostra società e ne rivela fragilità, opportunità e contraddizioni.

Un fenomeno globale inarrestabile

Nel mondo ci sono oggi circa 300 milioni di migranti, pari al 3,6% della popolazione globale. Di questi, oltre 117 milioni sono migranti forzati, fuggiti da guerre, crisi ambientali, carestie o persecuzioni. La maggior parte proviene da Paesi in crisi alimentare o da zone devastate da conflitti​.

Le disuguaglianze planetarie sono profonde: il Nord del mondo, con un sesto della popolazione globale, detiene metà del PIL mondiale. Il Sud, dove vivono i restanti sei miliardi e mezzo di persone, si divide la metà rimanente. In questo squilibrio, le migrazioni diventano spesso l’unica via di fuga possibile.

Italia: risorsa e vulnerabilità

Nel nostro Paese i cittadini stranieri rappresentano il 9% della popolazione residente. La loro presenza tiene stabile il saldo demografico italiano, altrimenti in costante calo. La maggior parte vive nel Nord e nel Centro, dove si concentra anche la domanda di lavoro – e purtroppo anche lo sfruttamento​.

Allo stesso tempo, essere stranieri in Italia oggi significa essere più esposti alla povertà. La rete Caritas ha assistito nel 2023 quasi 270 mila persone, di cui il 57% straniere. Aumentano le povertà croniche, legate non solo alla mancanza di reddito, ma anche all’impossibilità di accedere ai servizi essenziali​.

Questa è la realtà che incontriamo ogni giorno anche noi, alle Cucine Economiche Popolari: persone che vivono ai margini, spesso in difficoltà economica o abitativa, a volte con situazioni documentali complesse, e sempre con un bisogno concreto di essere accolte con rispetto e ascolto.

Politiche che creano invisibilità

I recenti sviluppi normativi, come il nuovo Patto europeo su migrazione e asilo, vanno nella direzione della chiusura e dell’esternalizzazione dei confini, con accordi che mirano a fermare i flussi prima che arrivino in Europa. Il Dossier IDOS parla esplicitamente di “necropolitica”: politiche che decidono chi può vivere e chi può essere lasciato indietro​.

Ma è anche a livello nazionale che si generano nuove fragilità. Il “Piano Mattei”, ad esempio, sembra più un progetto per bloccare partenze che un vero piano di cooperazione equa. Il risultato? Sempre più persone restano sospese in un limbo giuridico, senza strumenti per regolarizzarsi e quindi per costruirsi un futuro.

Le Cucine Economiche Popolari: presenza concreta nel cuore della città

I numeri e le analisi dei rapporti sull’immigrazione aiutano a leggere il contesto, ma da soli non bastano. Per questo, mentre condividiamo questi dati, sentiamo anche il bisogno di collocarli dentro l’esperienza che ogni giorno viviamo alle Cucine Economiche Popolari.

Le persone che accogliamo non sono “casi” da analizzare, né “problemi” da risolvere. Sono persone, prima di tutto. Persone che attraversano momenti di fragilità, spesso dovuti a percorsi migratori complessi, a ostacoli burocratici, a difficoltà abitative o lavorative. Alcune sono in Italia da anni, altre sono arrivate da poco. Alcune hanno una rete su cui contare, altre no. Alcune sono regolari, altre si trovano in situazioni sospese. Ma tutte hanno in comune il bisogno di essere accolte con rispetto, senza giudizio.

Il nostro impegno quotidiano parte da qui: offrire un pasto caldo, un servizio igienico, un ascolto attento, ma anche accompagnare verso percorsi di orientamento, salute, reinserimento lavorativo, valorizzando ogni storia e ogni risorsa.

Alle CEP non crediamo nell’assistenzialismo, ma nella responsabilità condivisa. Per questo lavoriamo in rete con enti pubblici, cooperative, realtà sanitarie e sociali, università, imprese e cittadini. Insieme costruiamo una risposta più ampia e strutturata, capace di tenere conto della complessità delle situazioni e di restituire prospettive.

In un’Italia che fatica ancora a garantire uguaglianza e diritti a tutti, cerchiamo ogni giorno di essere un piccolo segno di fiducia e concretezza. Lo facciamo senza clamore, ma con convinzione: perché l’accoglienza, per noi, è un gesto quotidiano che genera comunità.


Fonti

  • Dossier Statistico Immigrazione 2024, IDOS – www.dossierimmigrazione.it
  • Scheda e cartella stampa ufficiale – IDOS
  • Rapporto Immigrazione 2024, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes – www.caritas.it
  • Sintesi Report Statistico Caritas Italiana 2024 – Caritas Servizio Studi
  • World Migration Report – IOM
  • Dati ISTAT 2023-2024 su povertà e popolazione residente