Le Cucine Economiche Popolari stanno girando le scuole primarie delle provincie di Padova e Rovigo per farsi conoscere e seminare un messaggio: mai fermarsi alle apparenze
Per i bambini è semplice. Comprendere che una cosa apparentemente insignificante si possa trasformare in un oggetto prezioso, è immediato. Quelli che hanno partecipato ai laboratori delle Cucine Economiche Popolari “Se apri non scarti” lo hanno capito subito. Il progetto, realizzato con il contributo della Fondazione Cariparo nell’ambito del programma “Attivamente”, era partito lo scorso anno con quattro laboratori, e si è sviluppato fino a programmarne 30 per tre anni nelle scuole primarie delle province di Padova e di Rovigo. A girarle una per una con il Fiorino delle Cucine è suor Annamaria Saponara, 26 anni, via Tommaseo da fine settembre. Intorno a lei si è formato un piccolo gruppo di volontari che fanno a turno per accompagnarla. Fino ad ora ha svolto 15 laboratori, incontrando oltre 200 bambini. Prima di affrontare questa avventura, lei stessa si chiedeva come sarebbe stato accolto il suo messaggio.
«Quello che stupisce – racconta – è che i bambini lo recepiscono subito. I valori che noi vogliamo trasmettere e che formano lo stile delle Cucine, come la bellezza della diversità e il non giudicare, sono piccoli semini che già li abitano». Il laboratorio si apre con la lettura di un brano. Una storia scritta da Anna Rettore, insegnante di scuola primaria, che parte da un pezzetto di carta dal quale poi viene ricavato un aquilone. «C’è una frase dove si invita il lettore a cambiare il punto di vista sulle cose – aggiunge suor Annamaria – Ma anche le persone a volte possono essere messe da parte e noi spieghiamo che ci sono realtà dove queste persone vengono accolte. Presentiamo la realtà delle Cucine con un video, quindi li invitiamo a ripensare a quello che è stato detto e a viverlo tutti i giorni, con le persone che incontrano. La sfida è questa. I bambini collaborano e fanno tante domande. Anche le maestre aiutano, perché ritengono che questi temi interessino i bambini e che se ne parli troppo poco».
Fosse per Annarita Campagna, coordinatrice di classe della scuola paritaria Santa Capitanio di Piove di Sacco, di laboratori ne avrebbe fatto anche più di uno. «I bambini erano molto interessati, hanno partecipato attivamente e fatto molte domande. Erano molto curiosi anche di sapere che tipo di persone frequentino le Cucine Popolari e perché. È giusto che comprendano che, al di là della loro realtà, esistono situazioni diverse. Li ho trovati sensibili a questo tema. Lo stiamo affrontando anche in educazione civica».
Il laboratorio dura un paio d’ore e comprende anche una parte di attività manuale: ai bambini viene consegnato un pandoro, quindi qualcosa che non si utilizza più, che viene sbriciolato e, mescolato con altri ingredienti, come marmellata e cioccolata, si trasforma in un ottimo pasticcino. Alla fine, viene consegnato loro un ricordo delle Cucine: un segnalibro che contiene dei semini, per sottolineare che non bisogna mai fermarsi alle apparenze. Poi si chiede di esprimere con un pensiero alla lavagna quello che hanno imparato. «I loro pensieri sono sorprendenti, e confermano che il messaggio è stato recepito», conclude suor Annamaria.
Madina Fabretto