Riscoprire sé stessi: il valore dei percorsi informali

L’inclusione sociale è una sfida complessa, che non si limita all’accesso ai servizi di base, ma richiede percorsi che valorizzino l’individualità di ciascuno, promuovendo il senso di appartenenza e l’autodeterminazione. Questo concetto è ben espresso dalla pedagogia inclusiva, che sottolinea come l’inclusione non sia solo una politica o una pratica, ma un valore che implica la partecipazione attiva e significativa di ogni persona alla vita comunitaria.

Anche l’apprendimento informale, spesso sottovalutato, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Esperienze non strutturate possono sviluppare competenze socio-emotive, potenziare l’autostima e promuovere il senso di comunità. Questo tipo di apprendimento è particolarmente efficace nel favorire l’inclusione sociale di persone che, per diverse ragioni, vivono situazioni di fragilità.

In questo contesto, le Cucine Economiche Popolari rappresentano un esempio concreto di come i percorsi informali possano offrire “spazi protetti” dove le persone possono ritrovare sé stesse, riscoprire le proprie capacità e ricostruire legami sociali spesso interrotti. Non si tratta solo di offrire assistenza, ma di creare opportunità di partecipazione e crescita personale che abbiano un impatto duraturo.

Esperienze di inclusione informale alle Cep

Le Cep, storicamente impegnate nel rispondere ai bisogni primari alle persone in difficoltà, hanno sviluppato nel tempo una serie di iniziative che vanno oltre l’assistenza materiale, creando spazi di partecipazione attiva per persone che non rientrano in programmi strutturati ma che, proprio per questo, rischiano di essere dimenticate.

Ad esempio, l’anno scorso sono stati accolti due giovani con difficoltà relazionali, offrendo loro la possibilità di contribuire alle attività quotidiane della mensa. Preparare i vassoi, servire i pasti o semplicemente tenere in ordine gli spazi sono attività che, per molti, possono sembrare banali, ma che per chi vive situazioni di fragilità rappresentano momenti importanti di riscatto personale. “Qui ho scoperto che posso essere utile a qualcuno, anche se a volte faccio fatica a parlare con gli altri” – ha detto uno di loro dopo qualche mese di servizio.

Poi c’è un ospite che ha chiesto spontaneamente di poter fare qualcosa per “tenersi occupato” e ora, ogni lunedì e mercoledì, si occupa di asciugare i vassoi in cucina. Questa attività per lui rappresenta un’importante routine, un momento di normalità che interrompe l’isolamento sociale e gli offre uno scopo: “Mi fa bene avere qualcosa da fare, non voglio solo aspettare che passi il tempo”.

Un’altra storia è quella di un giovane che vive in comunità e ha bisogno di sperimentarsi in un contesto protetto prima di entrare nel mondo del lavoro. Per lui, l’esperienza alle Cep è un banco di prova, un’occasione per mettersi in gioco e verificare le proprie capacità in un ambiente accogliente e comprensivo. “Mi serve capire se sono davvero pronto a lavorare, se posso fare qualcosa di buono anche fuori dalla comunità” – ha detto un giorno a un operatore.

Questi percorsi informali sono particolarmente efficaci nel rafforzare l’autonomia personale, poiché offrono esperienze significative di apprendimento e socializzazione che migliorano la qualità della vita delle persone coinvolte.

Queste esperienze dimostrano che anche i piccoli gesti di inclusione, non necessariamente formalizzati in programmi strutturati, possono generare cambiamenti profondi: rispondono a bisogni reali, promuovono l’autostima e facilitano l’integrazione sociale, contribuendo a creare una comunità più inclusiva e accogliente.

Non si tratta solo di aiutare chi è in difficoltà, ma di costruire “ponti di fiducia” che arricchiscono l’intera comunità. Come scriveva Paulo Freire, “nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: ci si libera tutti insieme”.


Riferimenti bibliografici

  • Cnos-Fap. Educazione e Inclusione Sociale. Disponibile su: cnos-fap.it
  • Università di Bologna. Contrastare vulnerabilità e marginalità sociale attraverso l’educazione. Disponibile su: encp.unibo.it
  • Università di Bari. L’apprendimento informale nel volontariato: il ruolo dei giovani. Disponibile su: ojs.uniba.it