3.034 persone, nel 2022, hanno usufruito dei diversi servizi delle Cucine economiche popolari, provenienti da 86 diverse nazionalità, per lo più uomini (79%, con un’età media di 43 anni, mentre le donne rappresentano il 21% e hanno un’età media di 50 anni).
Le provenienze più rappresentate sono, nell’ordine: Marocco, Nigeria, Italia (con 375 persone, rappresenta il 12% dell’utenza). Seguono Romania, Tunisia, Pakistan, Moldavia, Senegal, Ucraina, Bangladesh, Somalia, Sri Lanka. Solo il 17,2% ha un qualche forma di occupazione; un 16,6% è senza permesso di soggiorno; il 62% è senza dimora; l’11,5% rappresenta un’“utenza fissa”. I nuovi arrivi nel 2022 hanno rappresentato il 50,6% del totale (ma va considerata l’emergenza Covid del 2021 che aveva completamente rivoluzionato l’utenza e i servizi erogati).
I servizi maggiormente utilizzati sono stati: la mensa (con 2.322 persone e 62.546 pasti) e il servizio sanitario (con 1.519 visite mediche, 621 prestazioni infermieristiche per 666 diverse persone), seguono il servizio docce (447 persone ne hanno usufruito per un totale di 4.214 docce); il lavaggio vestiti (122 persone per 853 lavaggi); il guardaroba (325 persone per 855 capi donati, 298 coperte a 191 persone).
Sono questi solo alcuni dei “numeri” del bilancio sociale 2022 della Fondazione Nervo Pasini che gestisce le Cucine economiche popolari di Padova (CEP), consultabile cliccando qui .
Il bilancio sociale 2022 racconta questi e altri numeri che rappresentano i “due polmoni”,delle CEP, come precisa don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini, nella lettera agli stakeholder in apertura al bilancio sociale. «Abbiamo due polmoni alle Cucine: da una parte tutti i servizi alla persona, ma dall’altra in questi anni sono cresciuti tutti i servizi educativi».
I primi (servizi alla persona) si rivolgono in particolare alle persone vulnerabili e fragili a cui le Cucine economiche popolari tendono la mano: mensa, servizio sanitario, servizio docce, lavaggio vestiti, guardaroba, fermoposta, ricarica cellulare, segretariato sociale.
I secondi (servizi educativi) rispondono alla promozione del welfare generativo, ai percorsi di formazione o di crescita personale, alla realizzazione di collaborazioni e reti; alla crescita della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva; e si sviluppano in:
- PCTO – percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – che offrono opportunità di esperienza multidisciplinare agli studenti delle scuole di secondo grado (vi hanno partecipato 75 ragazzi di terza e quarta superiore)
- Volontariato formativo d’impresa che propone un’esperienza di volontariato per acquisire o potenziare le soft skills (17 dipendenti di diverse aziende vi hanno aderito nel 2022).
- Attività riparative (affidamento in prova al servizio sociale, messa alla prova, lavori di pubblica utilità).
- SIL – Servizio inserimento lavorativo, che offre la possibilità di tirocini di inclusione sociale a favore di soggetti con fragilità socio-sanitaria (una persona è stata accolta tramite questo servizio nel 2022).
- PUC – Progetti utili alla collettività, a favore di persone beneficiarie del reddito di cittadinanza che abbiano sottoscritto il patto per l’inclusione sociale o il patto per il lavoro (tre persone sono state coinvolte nel 2022).
- Tirocini universitari (cinque studenti dalle facoltà di medicina ed economia nel 2022).
Accanto a questi principali progetti ce ne sono altri che riguardano la sensibilizzazione nelle scuole, il coinvolgimento delle parrocchie, l’assistenza legale, la consulenza, la possibilità di conoscere le Cucine per la prima volta (Vieni e vedi)…
Tutto ciò è possibile grazie alla presenza del personale dipendente (14 persone) coadiuvato dalla rete di volontari (159 persone) suddivisi nei vari servizi: 121 in mensa, 23 nel servizio sanitario, 11 per il recupero alimentare, 4 per la distribuzione del vestiario e guardaroba, che rappresentano un sostegno fondamentale all’attività complessiva delle Cucine economiche sociali, oltre alla struttura di governo e alle suore elisabettine francescane.
Nel solo 2022, considerando il costo orario lavorativo medio di € 17,96, e una media di 248 ore settimanali coperte dai volontari, si è calcolato che grazie al volontariato c’è stato un risparmio annuo di circa € 231.612.
Il bilancio sociale, realizzato grazie alla collaborazione del prof. Giacomo Boesso del dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova e di un suo tirocinante, si articola in 10 capitoli che percorrono un anno di vita e di attività – quello che ha visto la celebrazione dei 140 anni di vita delle CEP – e raccontano organizzazione e persone, obiettivi e progetti, servizi e attività, quadro economico-finanziario e impegno per la sostenibilità ambientale, impatto sociale delle attività proposte (grazie all’analisi qualitativa di questionari somministrati in particolare nell’esperienza del PCTO e del Volontariato d’impresa).
Scorrendolo accanto ai numeri dei servizi prestati si trova il senso di una missione e la visione di una comunità cristiana inserita in un territorio.
«Dentro le comunità ci sono le risorse e le competenze. Nostro compito come comunità cristiana è valorizzare e coinvolge le persone. Questo è lo stile pasquale: trasformare una difficoltà/limite in un’opportunità per far crescere e far maturare la comunità» – scrive il presidente don Luca Facco. «Svolgere un servizio alle mense – prosegue – è la risposta a una chiamata. È il Signore che ci chiama al servizio. La qualità del servizio sta nella qualità della relazione, del rapporto tra chi serve e chi è servito. In ogni ambito di lavoro, dai lavori più importanti ai lavori più umili e apparentemente di routine, la differenza la fa la persona, la relazione. Ognuno di noi con la sua gentilezza, attenzione alla persona, delicatezza, può fare la differenza».
Si trovano inoltre il rendiconto di gestione (che nel 2022 vede un disavanzo di gestione di € 50.208, dimezzato rispetto all’anno precedente) e alcuni risultati delle esperienze formative, di incontro e di conoscenza delle CEP emersi dall’analisi qualitativa dei questionari somministrati durante le diverse attività e gli eventi del 2022 – che ha visto la “celebrazione” dei 140 anni di vita delle CEP a Padova (1882-2022). La maggioranza dei partecipanti dice di aver cambiato la propria idea sulle CEP e di aver rafforzato l’idea che siano realmente utili, aperte, inclusive. Le associa per lo più a un’impressione di gradevolezza e calore e di relativo rasserenamento.
Le CEP sono percepite come risposta concreta ai bisogni delle persone, ma anche come testimonianza viva dei valori dell’accoglienza, del riconoscimento della dignità di ogni persona e di speranza ancora possibile.